By Luigi Amato Kunst
SPORTELLO FILOSOFICO ATTIVO
La filosofia attiva immagina che l’uomo non sia depresso perchè malato, ma perché ha perduto la capacità di autodeterminarsi. Non sa più cacciare, spostarsi, pensare nuovi orizzonti.
Che cosa è lo sportello filosofico attivo?
E’ un supporto per per cambiare vita e per prendere decisioni. Fornisce strumenti razionali e profondità di pensiero. Aiuta a definire con chiarezza il problema. Pianifica una strategia a breve termine.
Come è nata l’idea?
Nasce da un’esperienza in cooperazione con le Organizzazioni Umanitarie, la Danish Charity Organization, la Croce Rossa Lussemburghese, il LISKO, la Wanterauktion, la Caritas, la Croce Rossa Francese, come un supporto razionale all’emarginazione direttamente nei luoghi dove questa accade e si dispiega. Poi, in una fase successiva, l’idea si è spostata al rapporto con il territorio, con l’istituzione di uno sportello filosofico attivo presso comuni, scuole e strutture sanitarie, come servizio di consulenza gratuito.
Lo sportello filosofico attivo è dunque un luogo dove i filosofi fanno esperienza, e la ‘pratica filosofica’ diventa allora la pratica che il filosofo deve fare della condizione umana. Grazie a questa pratica, la filosofia si fa ‘attiva’, condivide il problema, definisce concetti del reale intrisi di vaghezza, sviluppa la saggezza pratica, individua le false credenze, i pregiudizi e gli schemi comportamentali, che ci impediscono di viaggiare leggeri e spostarci mentalmente. Questo consente una vita più autentica ed una maggiore libertà.
A chi può essere utile?
A chiunque voglia un cambiamento, un modo per uscire da un meccanismo che produce sofferenza, che desideri invertire la rotta per orizzonti e terre sconosciute, ma sicuramente più appaganti. La gente vive nella paura, nella vaghezza e nell’incertezza, e non si esprime in modo autentico ma secondo stereotipi, luoghi comuni. Vite prefabbricate e cibi precotti.
Sembra uno sportello psicologico, una specie di counseling
No. Quì purtroppo c’è molta confusione in materia. Lo sportello filosofico non si occupa, o almeno non dovrebbe occuparsi, dello stato psicologico della persona, ma delle essenze del reale. Di fatto è un servizio culturale, che tratta delle essenze della natura umana, ossia caratteristiche da sempre comuni a tutti gli uomini, ma lo fa attraverso la letteratura, la filosofia, il mito, la saggistica. Il lavoro non si svolge tanto sul “come mi sento” ma nel “salire di livello di descrizione della realtà’ arricchendo il linguaggio, attraverso una continua apertura di orizzonti e riferimenti nella cultura. E non è counseling, ossia una sorta di ascolto empatico che non interferisce nelle decisioni del paziente. La filosofia considera invece la decisione come elemento fondante dell’esistenza umana, poichè l’uomo, come fa notare A.Gehlen, non ha istinto, e deve quindi costantemente decidere della sua vita. Decidere è creare.
Attraverso un’analisi delle strutture del reale, ed una riflessione sulle sue essenze, la persona raggiunge uno stato di consapevolezza del suo agire e delle dinamiche che si dispiegano nel suo mondo. Questo consente scelte consapevoli, razionali, non dettate da emozioni o governate da passioni. Il mito di riferimento potrebbe essere quello della seconda navigazione, che nel Fedone viene descritto da Socrate come il fatto che i marinai, abbandonato il vento, che rappresenta i sensi e le sensazioni dei Fisici, prendono i remi che sono i ragionamenti e i postulati. Dunque, abbandonate le passioni che ci travolgono si giunge con la ragione alle verità per come stanno le cose.
Lo sportello filosofico attivo è molto utile nei casi in cui la vita subisce un cambiamento, mira ad una risoluzione attiva dei problemi pratici (nel senso di prassi) individuando strategie e percorsi a breve termine per aiutare attivamente la persona ad uscire dal problema. Trovare un lavoro, risolvere una situazione familiare, come gestire le relazioni, cambiare vita, migliorarsi, uscire dalla caverna platonica.
La filosofia attiva non lavora esclusivamente durante la seduta, ma progetta e programma un percorso che il soggetto dovrà applicare nella sua vita. Non si tratta tanto di “cosa devo sapere” ma di “cosa devo fare”, come dice Kierkegaard, “ciò per cui vale la pena vivere o morire”, liberandosi da stereotipi, esistenze artificiali, meccaniche e comportamenti puramente associativi. Questa è la concreta possibilità di cambiare la nostra vita ed il mondo.
Una delle caratteristiche della filosofia attiva è l’analisi della realtà e delle sue strutture, contrapposta alle nostre concettualizzazioni di essa, alle nostre proiezioni mentali.
La sfida, dunque, consiste nell’essere di ispirazione alle persone per attivarsi e cambiare il mondo. L’undicesima tesi di Marx su Feuerbach recita che “I filosofi hanno semplicemente interpretato il mondo in diversi modi; la questione è invece cambiarlo”.Penso che sa giunto il momento di provarci.
Uno sportello di aiuto filosofico non è uno sportello psicologico. La psicologia si occupa del modo con cui conosciamo un oggetto, la filosofia di occupa dell’oggetto di conoscenza, e non dei pensieri, emozioni e sentimenti con cui ci relazioniamo all’oggetto. Pensare che la realtà sia la proiezione di un atto psichico è un errore categoriale chiamato psicologismo, come ha fatto notare Husserl.
Molte delle sofferenze che affliggono le persone derivano da un fraintendimento delle strutture del reale e non da processi patologici.
Le strutture del reale sono quelle che vengono chiamate essenze, e che sono indipendenti da qualsiasi atto psichico. Ossia, non dipendono da sentimenti, emozioni, pensieri, ma restano immutate, qualsiasi pensiero accada. Anche un pensiero a suo modo è reale, ma solo come atto psichico, e come processo individuale, e la sua essenza reale si trova nel suo senso, non nell’atto psichico.